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Il lavoro sul campo: ricerca e contatto dei partecipanti

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18/07/2024

Nel nostro blog, sino a questo momento, sono stati affrontati vari aspetti in merito al corpus TIGR: la composizione delle situazioni raccolte e la loro peculiarità nel panorama delle risorse accessibili, le politiche di apertura e condivisione che ispirano il nostro lavoro, la gestione dei file derivanti da ogni evento registrato (dalle tracce audio-video alle copie digitali della documentazione etnografica raccolta), la scelta di un repositorio adatto e duraturo, il complesso processo di fabbricazione di trascrizioni scientificamente rigorose, tecnicamente avanzate e adeguate agli scopi di diffusione aperta dei dati. Nelle prossime settimane vogliamo invece discutere come si è arrivati a quel materiale che rappresenta i costituenti di base del corpus in pubblicazione. È importante rivolgere il nostro sguardo di ricercatrici e ricercatori sociali non soltanto ai fenomeni osservabili nel mondo, ma anche alle pratiche stesse attraverso cui li osserviamo: come rilevato per esempio da Mondada (2006), la descrizione di queste pratiche può aiutare a comprendere meglio il modo in cui costituiamo attivamente i dati, operando anche in fieri scelte che determinano la natura e la struttura dei documenti generati e quindi la "fabbricazione" del sapere scientifico (Knorr-Cetina 1981).

La questione dell’individuazione e, soprattutto, del coinvolgimento di partecipanti è un punto cruciale, quanto critico, per tutti quegli studi incentrati sull’essere umano, siano essi complesse ricerche sul comportamento o la psiche, o esami di laboratorio più o meno invasivi. Ciò vale anche per l’analisi della realtà linguistica e sociale svolta – come nel nostro caso – secondo un metodo che si può dire naturalistico nel senso che non si basa sull'introspezione, né sulla presa di appunti, su interviste o su dati sperimentali, ma sull'osservazione di interazioni spontanee (si veda Mondada 2012: 32-34). Le registrazioni di conversazioni fra persone, in ambienti pubblici o privati, richiedono particolare attenzione e consapevolezza a ricercatrici e ricercatori: nella nostra contemporaneità, infatti, hanno rilievo sempre maggiore aspetti etici e tecnici legati alla sicurezza dei dati e alla tutela della privacy. È quindi necessario creare un dialogo con le persone, aprendo ponti di scambio e relazione per consentire alle ricercatrici e ai ricercatori di “entrare” (Labov 1981 parlava di entering a neighbourhood) nelle reti sociali e nelle vite degli individui (o, come nelle nostre registrazioni di pasti conviviali, letteralmente nelle loro abitazioni private). Lo scopo di tale operazione è rendere le partecipanti e i partecipanti allo studio informati sia delle procedure di raccolta e analisi dei dati, sia della rilevanza scientifica della loro partecipazione, e per il progetto in corso, e per l’intera collettività. Lo scopo è quello di favorire ulteriormente l’apertura della scienza, tenendo in considerazione la responsabilità delle istituzioni scientifiche verso la società e facilitando una comunicazione scientifica chiara, capace di generare fiducia e stimolare il senso critico di cittadine e cittadini, rafforzando una vita comunitaria attiva e partecipata (si vedano, a tal proposito, le azioni della commissione UE Science with and for Society, e.g. i progetti QUEST o TRESCA).

Così, siamo partiti con una vera e propria “campagna di reclutamento”, volta a trovare informatrici e informatori disposti a farsi video-registrare in specifici contesti del loro vissuto quotidiano (o anche un poco extra-ordinari, come nel caso delle interviste) e ad acconsentire alla condivisione dei dati con altri studiosi e altre studiose per fini di ricerca. Per ogni potenziale partecipante la procedura di contatto è stata articolata in tre momenti. Per prima cosa (i), abbiamo predisposto una breve presentazione del nostro studio, in modo tale da rendere chiari sin da subito l’oggetto della ricerca e la sua organizzazione istituzionale, la richiesta di disponibilità a partecipare attivamente a delle video-registrazioni, il possesso della lingua italiana come L1: una fase di pre-ricognizione, così da stabilire un primo contatto, cercando di bilanciare le informazioni fornite e lo stimolo alla curiosità. Queste brevi notizie sono state diffuse con vari mezzi, tra cui: messaggi di posta elettronica (verso la comunità accademica dell’USI, verso colleghe e colleghi); un post sulla pagina X del progetto; messaggi informali a conoscenti; passaparola informale. Conquistato un certo interesse, le persone sono state così indirizzate al successivo passaggio (ii), ossia quello della compilazione di un questionario on-line: e proprio il ricorso a una risorsa in rete è stato di particolare utilità dal momento che la raccolta dei dati si è svolta nel pieno della pandemia da Covid-19 (2020-2022), che ha richiesto anche alle istituzioni accademiche di ripensare completamente alle modalità di ricerca – specie nel campo umanistico e sociale – limitando gli incontri faccia a faccia fra persone. La redazione del questionario è sempre stata richiesta, in quanto per noi ha costituito un mezzo necessario per raccogliere dati di contatto e personali, già in formato digitale, per generare una nuova entry del nostro registro informatico dei membri del campione. Il questionario è stato gestito tramite l’applicativo web-based Qualtrics XM, per cui l’Università della Svizzera italiana dispone di una licenza campus. Il servizio comprende la possibilità di creare, modificare, pubblicare questionari in rete, disponendo di strumenti per la creazione automatica di un database e di monitoraggio dell’andamento delle risposte, mantenendo un livello consono di protezione dei dati. Inoltre, il ricorso alla piattaforma Qualtrics XM ci ha permesso di rispettare l’identità visiva dell’USI e di ottimizzare il questionario per la visualizzazione desktop o mobile. Il questionario presentava una serie di pagine, organizzate con più domande e strutturate secondo una logica interna, in modo da rendere certe risposte vincolanti per la prosecuzione e accedere a certi campi sulla base delle selezioni compiute.

La struttura del questionario era la seguente:

  • brevissima introduzione, per rimandare a quanto già illustrato in fase (i);
  • informazioni sulla partecipazione (età minima 18 anni, italiano L1, centro di vita situato in Ticino o nel Grigioni italiano) e due brevi note (con collegamento a due schede informative allegate) sulla tutela della privacy e le misure di prevenzione da Covid-19 (secondo le normative vigenti per la Svizzera e il cantone di riferimento);
  • dati personali di base: nome e cognome, età (18-35, 35-65, 65-100), sesso biologico (M, F, non specificato), centro delle attività (Ticino, Grigioni);
  • possibilità di partecipazione come: gruppo (chi compila si dichiara disponibile a pronto ad aderire con un gruppo di conoscenti già precostituito), singola/o;
  • a seconda della selezione precedente, situazioni possibili: lavori di gruppo, conversazioni durante i pasti, cucina cooperativa (per i gruppi), intervista (per le/i singole/i);
  • una sezione specifica per le e i docenti delle scuole di lingua italiana, per cogliere disponibilità di intere classi ad aderire allo studio;
  • indicazione di mezzi di contatto e feedback sulla modalità di scoperta dello studio;
  • pagina di chiusura con collegamenti alle pagine istituzionali del progetto InfinIta.

Secondo glistrumenti di revisione a disposizione sulla stessa piattaforma Qualtrics XM, il questionario è stato valutato più che positivamente, sia per la logica organizzativa, sia per il tempo medio richiesto all’utenza, sia per il rispetto delle linee guida WCAG 2.0 sull’accessibilità a persone con disabilità.

Da ogni questionario completamente compilato, come detto, le informazioni venivano registrate in una tabella, per passare così alla terza e ultima fase (iii): seguendo le indicazioni fornite, una ricercatrice o un ricercatore procedeva volta per volta a contattare le singole persone, mettendosi a disposizione per ulteriori chiarimenti e pianificando tempi e luogo dell’evento di registrazione. Dal contatto, prima fase maggiormente “remota” della raccolta di dati, si poteva così passare alla realizzazione concreta del lavoro sul campo, che sarà oggetto di prossimi articoli del nostro blog.

Christian Geddo
 

Bibliografia

Knorr-Cetina, K.D. (1981). The Manufacture of Knowledge: An Essay on the Constructivist and Contextual Nature of Science. Oxford-New York, Pergamon.

Labov, W. (1981). Field methods of the project on linguistic change and variation. Sociolinguistic Working Paper, 81, 28-53.

Mondada, L. (2006). Video recording as the reflexive preservation and configuration of phenomenal features for analysis. In Knoblauch, H., Schnettler, B., Jürgen R, & Hans-Georg Soeffner (eds.), Video-Analysis: Methodology and Methods: Qualitative Audiovisual Data Analysis in Sociology. Frankfurt/Main: Peter Lang, 51-67.

Mondada, L. (2012). The conversation analytic approach to data collection. In Sidnell J. & Stivers T. (eds.), The handbook of conversation analysis. Oxford, Wiley-Blackwell: 32-56.